Come il nettare, anche la melata deriva dalla linfa
delle piante, ma mentre il nettare è secreto attraverso un
processo attivo, la melata è prodotta in seguito all'intervento
di insetti che succhiano la linfa delle piante per nutrirsene.
Per procurarsi le sostanze loro necessarie, questi
insetti assorbono grandi quantità di linfa, trattenendone
le sostanze azotate mentre il liquido in eccesso, contenente prevalentemente
zuccheri, passa direttamente al tratto posteriore dell'intestino
ed è escreto come melata.
Anche la melata quindi, analogamente al nettare,
è composta principalmente da zuccheri, ma in essa è
maggiore la percentuale di oligosaccaridi.
Le gocce di melata emesse rimangono sulla superficie
delle foglie e dei piccoli rami delle piante parassitizzate, dove
vengono raccolte dalle api e da altri insetti, vespe e formiche.
Gli insetti produttori di melata sono numerosissimi
e comprendono svariati gruppi appartenenti all'ordine dei Rincoti
(psille, cocciniglie, afidi, cicaline).
Le piante interessate alla produzione di melata,
nelle nostre aree geografiche, sono principalmente conifere (abete
bianco, abete rosso, pino, larice), ma anche piante decidue non
nettarifere (quercia, faggio, pioppo) e nettarifere (tiglio, salice,
acero, castagno, robinia, alberi da frutto).
In alcuni casi la specializzazione insetto/pianta
è molto stretta, in altri meno. Metcalfa pruinosa (Say),
ad esempio, la cicalina diffusasi recentemente in Italia e responsabile
della produzione di grandi quantità di melata, è in
grado di parassitizzare diverse piante, arboree e erbacee.
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