L'ape bottinatrice sugge le soluzioni zuccherine
(nettare e melata) tramite la porzione succhiante dell'apparato
boccale e il liquido assorbito viene raccolto nella borsa melaria.
Il processo di formazione del miele ha inizio quando
la bottinatrice, rientrando all'alveare, passa a un'ape di casa
la goccia di materia prima raccolta.
La stessa goccia, prima di essere deposta in una
cella del favo, viene rapidamente passata da un'ape all'altra e
questo processo, che si svolge per 15-20 minuti, provoca la riduzione
del contenuto in acqua per evaporazione, grazie all'aria relativamente
calda e secca presente all'interno dell'alveare.
Durante questi passaggi il nettare si arricchisce
di secrezioni ghiandolari dell'ape, i cui enzimi determinano una
serie di trasformazioni chimiche a carico degli zuccheri. All'interno
delle celle del favo prosegue il processo di evaporazione, finché
il tenore di acqua è sufficientemente basso da garantire
la stabilità del miele (inferiore a 18 %): a questo punto
la cella viene sigillata dalle api mediante un opercolo di cera.
Complessivamente, quindi, il processo di trasformazione
in miele del nettare o della melata, consiste in una riduzione del
contenuto in acqua, fino a un valore compatibile con la conservabilità
del miele, in un aumento del tenore in enzimi e in una modificazione
degli zuccheri. Questi ultimi subiscono un'azione di livellamento
che porta nella maggior parte dei mieli a uno spettro zuccherino
relativamente uniforme.
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