Il miele appena estratto dall'alveare possiede
una ricca gamma di fragranze, ma le sue peculiari caratteristiche
organolettiche e la sua stessa composizione chimica tendono a modificarsi
progressivamente nel tempo. In tutte le fasi di lavorazione e conservazione
del miele, deve essere posta la massima attenzione affinché
vengano mantenute le proprietà originarie, e il miele rimanga
il più possibile simile a come lo hanno fatto le api.
I fattori che influiscono sullo stato di freschezza
del miele sono essenzialmente due: il tempo e la temperatura.
Sottoponendo il miele ad elevata temperatura si manifestano, in
tempi rapidi, gli stessi effetti di una conservazione prolungata:
un'alterazione più o meno marcata delle caratteristiche organolettiche
(perdita delle sostanze aromatiche volatili, colore scuro, odore
e sapore di cotto, caramellato, gusto amarognolo), e della composizione
(modificazione degli zuccheri, aumento dell'HMF, inattivazione degli
enzimi).
Nella produzione del miele di qualità occorre
controllare la temperatura ambiente dei locali di lavorazione e
conservazione del miele, mantenendola possibilmente al di sotto
dei 20°C.
I trattamenti termici necessari alla lavorazione
e invasettamento devono essere limitati al tempo strettamente indispensabile
e non devono mai superare i 40°C.
Bisogna comunque tenere conto del fatto che non
tutti i mieli invecchiano nello stesso modo: in alcuni mieli, dotati
per naturale composizione di un tasso di acidità più
elevato (ad esempio corbezzolo, erica, timo), il processo di invecchiamento
è accelerato. Per questi mieli le precauzioni in fase di
conservazione e di trattamenti termici devono essere maggiori, e
comunque si tratta di prodotti che è meglio destinare a un
consumo rapido.
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