I mieli uniflorali italiani

La qualità e la valorizzazione del miele

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L'analisi melissopalinologica

L'analisi melissopalinologica

Ogni miele, a meno che non sia stato sottoposto a particolari procedimenti di filtrazione spinta, contiene quantità più o meno elevate di granuli pollinici che derivano in gran parte dai fiori stessi su cui il nettare è stato raccolto. Sulla base del riconoscimento di tali pollini, delle percentuali relative in cui essi compaiono e dell'identificazione di eventuali elementi indicatori di melata (alghe unicellulari, spore e ife fungine che si sviluppano nella melata), è possibile risalire con una buona approssimazione alle fonti di bottinaggio delle api, cioè all'origine botanica e geografica del miele. È su questo principio che si basano le analisi melissopalinologiche.

L'analisi melissopalinologica qualitativa consiste nell'identificazione dei vari tipi pollinici presenti in un miele e nella determinazione delle relative percentuali di presenza.

L'analisi melissopalinologica quantitativa consiste nel conteggio del numero assoluto di granuli pollinici contenuti in 10g di miele (PK/10g).

Questa seconda analisi è necessaria per confermare i risultati della prima, in quanto numerosi fattori, tra cui la morfologia degli stessi granuli pollinici e delle piante da cui derivano, agiscono insieme in modo da determinare una minore o maggiore presenza di polline nel nettare (mieli a polline iper o iporappresentato).

Oltre a questa origine diretta (inquinamento primario) si possono verificare successive contaminazioni del nettare o del miele da parte di polline estraneo alla fonte nettarifera. Queste contaminazioni si definiscono inquinamento secondario se avvengono all'interno dell'arnia, inquinamento terziario se avvengono nel corso delle operazioni di smielatura.

A seconda della quantità di polline che contiene, un miele può essere attribuito alle seguenti classi di rappresentatività:

classe

PK/10 g

tipo di miele

I

inferiore a 20.000

mieli a polline iporappresentato

II

compreso fra 20.000 e 100.000

mieli a polline normale

III

compreso fra 100.000 e 500.000

mieli a polline iperrappresentato

IV

compreso fra 500.000 e 1.000.000

mieli a polline fortemente iperrappresentato o mieli di pressatura

V

superiore a 1.000.000

quasi esclusivamente mieli di pressatura

I risultati delle analisi melissopalinologiche consentono di definire uno spettro pollinico complessivo che, opportunamente interpretato, permette di ottenere informazioni sulle fonti bottinate, sull'eventuale presenza di melata e sulle associazioni floristiche che caratterizzano la zona di produzione.

Va sottolineato che nei mieli provenienti da specie botaniche a polline iporappresentato è indispensabile valutare, per una corretta interpretazione dello spettro pollinico, l'eventuale presenza di pollini inquinanti, cioè appartenenti a specie iperrappresentate (Castanea, Myosotis, Eucalyptus) o non nettarifere, che possono alterare i risultati delle analisi.

Qualora il polline di una delle suddette specie compaia in percentuale elevata, senza che tale presenza risulti confermata dalle proprietà organolettiche e chimico-fisiche del miele stesso, è opportuno procedere a un conteggio dal quale il polline inquinante risulti escluso.

Va inoltre precisato che se il miele è stato estratto per pressatura o se sono stati smielati anche i favi del nido, l'esame melissopalinologico non è probante per la determinazione dell'origine botanica, mentre resta valido per la determinazione dell'origine geografica.

di Livia Persano Oddo

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