Il valore commerciale del miele è anche determinato
dalla sua provenienza geografica, per caratteristiche reali del
prodotto o per l'immagine che ne può derivare. A livello
di produzioni locali la possibilità di fare ricorso a una
denominazione di origine può essere un buon mezzo di valorizzazione
(previsto dalle norme sul miele e dal regolamento CE 2081/92).
Il controllo dell'origine geografica del miele
è affidato completamente all'analisi pollinica. Il quadro
pollinico che si ottiene da un esame microscopico, infatti, corrisponde,
dal punto di vista floristico, alla zona di produzione.
La conoscenza di associazioni polliniche tipiche
di una determinata zona e l'eventuale presenza di pollini guida,
tipici di un territorio, consentono l'identificazione dell'origine
geografica.
Questa possibilità è applicabile
anche ai mieli uniflorali per i quali, accanto al polline principale
che ovviamente è lo stesso indipendentemente dall'origine
geografica, vengono valutati, tra le decine di pollini che costituiscono
uno spettro pollinico, i pollini di accompagnamento o isolati utili
per collocare il quadro ottenuto in una determinata area geografica.
Poiché i 18 tipi di miele analizzati per
la loro caratterizzazione sono tutti di origine italiana, l'esame
dello spettro pollinico ha avuto il duplice scopo di valutare la
rispondenza all'origine botanica e all'origine nazionale.
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