Oltre agli enzimi (diastasi, invertasi) di cui abbiamo
detto, i parametri fisico-chimici utili nella diagnosi dei mieli
uniflorali sono prolina, colore, conducibilitā elettrica, rotazione
specifica, pH, aciditā e zuccheri.
L'aminoacido prolina (fig.
5) è in una certa misura correlato al contenuto enzimatico,
ma non è soggetto a degradazione nel tempo o in seguito a
trattamenti termici: ciò potrebbe rendere tale parametro
più utile nella valutazione dell'origine botanica, rispetto
agli enzimi che sono invece più labili. Il suo contenuto
risulta particolarmente elevato nei mieli di timo e basso in quelli
di robinia agrumi e rododendro.
La rotazione specifica (fig.
6) è soprattutto caratterizzante per i mieli di melata,
che presentano valori positivi, anziché negativi come quelli
di nettare. Fra questi si differenziano i mieli di rosmarino e rododendro
che hanno valori negativi molto bassi (per lo più compresi
fra 0 e -10) e quelli di timo che presentano al contrario i valori
negativi più alti (da -15 a -25).
Il colore è stato determinato con un comparatore
Lovibond (risultati espressi in mm Pfund) e con la metodologia tristimulare
L*a*b*. Col primo metodo (fig.
7) si distinguono un gruppo di 5 mieli chiari, con un colore
mediamente inferiore ai 25 mm Pfund (acacia, agrumi, rododendro,
rosmarino, sulla) e uno di 4 mieli scuri, con un colore maggiore
di 80 mm Pfund (castagno, erica e le due melate). Con il secondo
(figg. 8a,b,c)
si caratterizzano meglio i mieli con bassa luminosità (soprattutto
l'erica) e quelli dotati di particolari tonalità (girasole,
tarassaco, melata di metcalfa).
La conducibilità elettrica (fig.
9) è in qualche misura correlata al colore. Il gruppo
dei 5 mieli chiari è caratterizzato da una bassa conducibilità
(per lo più inferiore a 0,25 mS/cm). Fra i mieli scuri, il
miele di castagno e le due melate presentano conducibilità
superiore a 1 mS/cm; il miele di erica si colloca invece, insieme
a quello di corbezzolo, in un intervallo intermedio, fra 0,6 e 0,8
mS/cm.
Il pH e l'acidità (fig.
10 e 11), contrariamente
a quanto si potrebbe ritenere, non mostrano una particolare correlazione
fra loro. Per il pH, la maggior parte dei mieli di nettare si colloca
nell'intervallo 3,5 - 4,5, mentre il castagno e le melate presentano
valori molto alti, per lo più superiori a 4,8. L'acidità
presenta valori piuttosto variabili all'interno di ogni gruppo uniflorale,
ed è particolarmente elevata nei mieli di timo, corbezzolo,
erica e melata.
Gli zuccheri (figg. 12-13-14-15-16)
sono i costituenti principali del miele, e lo spettro glucidico
è uno dei parametri più caratterizzanti dei diversi
tipi uniflorali.
Limitandoci a considerare i due monosaccaridi,
possiamo notare che il fruttosio è molto basso nei mieli
di melata (sempre inferiore a 35 g/100g) e particolarmente elevato
in quelli di acacia, timo, castagno e girasole.
I mieli di melata presentano i valori più
bassi anche per il glucosio (per lo più inferiori a 25 g/100g),
e conseguentemente per la somma dei monosaccaridi (per lo più
inferiore a 60 g/100g). Il tenore più elevato in glucosio
è invece tipico dei mieli di girasole e tarassaco, che per
questo motivo cristallizzano molto rapidamente.
Questi due mieli sono anche caratterizzati da un
alto valore della somma fruttosio+glucosio.
Infine i due rapporti, fruttosio/glucosio
e glucosio/acqua, hanno un discreto
valore diagnostico per i mieli di acacia, castagno, tarassaco, girasole
e per le due melate. Tali rapporti sono anche importanti per prevedere
lo stato fisico del prodotto.
Il potere caratterizzante dei diversi parametri
non è lo stesso per tutti i mieli. Così come risulta
più facile descrivere e identificare una persona se possiede
dei caratteri spiccati (particolarmente alto o basso, molto magro
o grasso, etc.), anche per i mieli le proprietà presenti
in misura estrema saranno maggiormente caratterizzanti rispetto
a quelle che mostrano valori medi.
Per esempio, il valore diagnostico del colore sarà
più elevato per i mieli molto chiari (acacia, agrumi, sulla,
rododendro) o scurissimi (melate, castagno, erica) che per quelli
di tonalità ambrate; la rotazione specifica è determinante
per il riconoscimento dei mieli di melata, che presentano un angolo
di rotazione positivo (destrogiro) anziché negativo come
tutti i mieli di nettare, e così via.
Nella tabella
3 sono evidenziati per ogni tipo di miele i parametri più
caratterizzanti. Si può notare che alcuni mieli presentano
dei valori tipici per numerosi parametri, e risultano quindi meglio
caratterizzati di altri che mostrano invece un comportamento medio
(ad esempio cardo, eucalipto e tiglio): per questi ultimi, meno
identificabili attraverso le analisi di laboratorio, l'esame organolettico
assume un'importanza diagnostica particolare.
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